E anche per quest’anno abbiamo finito. Con questo numero – il quarto – si chiude la pubblicazione del giornalino della scuola per l’anno scolastico 2005-06. Un doveroso grazie dunque a tutti quelli che, a vario titolo, ci hanno dato una mano, collaborando, scrivendo e informandoci sulle iniziative e sugli eventi del "Giulio Riva". Un ringraziamento speciale poi va ai nuovi redattori, che si sono dimostrati scrittori abili e sempre disponibili: due doti non sempre facili da trovare. Ma passiamo ai contenuti. In questo numero troverete due pagine dedicate alle gite organizzate all’estero, ma anche all’incontro – seguitissimo e molto interessante – tenuto a Saronno dal prof. Zichichi. E poi – tra le altre cose – anche due pagine dedicate allo sport: il tiro con l’arco e il kung-fu. Non manca poi ovviamente il nostro cruciverba, sempre molto apprezzato. Una pagina poi è dedicata ai colleghi che lasciano la scuola per godersi – dopo molti anni di insegnamento – la meritata pensione. Mi sia consentito di ringraziare in modo particolare i proff. Luigi Murciano e Arturo Romano: pur con modalità diverse, entrambi sono stati per me - giovane insegnante - punti di riferimento fondamentali.
Luca Lazzari
La nostra direzione non è mai
una località ma piuttosto
un nuovo modo di vedere le cose.
Henry Miller
La redazione
del giornalino augura a tutti, studenti, docenti e personale
della scuola
BUONE VACANZE!!!
Quest’anno la nostra classe si è distinta in un’attività davvero particolare: la partecipazione al cosiddetto "Management Game" organizzata dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali della provincia di Varese. Un’iniziativa che aveva lo scopo di avvicinare il mondo della formazione a quello dell’imprenditoria. Il gioco – che era destinato agli studenti del quarto anno delle scuole superiori – ha visto la partecipazione di ben tredici istituti varesini, tra cui anche il nostro. Per la nostra classe il responsabile dell’iniziativa è stato il prof. Domenico Scipioni, ma hanno collaborato anche il prof. Filippo Di Tella e Giacomo Scinardo. Non bisogna poi dimenticare la collaborazione del prof. Vincenzo Ricca, che ci ha tenuto alcune lezioni di economia aziendale. La nostra squadra – chiamata i "Piombi" (composta da Daniele Mazzariol, Manuel Carlino, Giorgio Zinetti e Fabio Covini) si è classificata prima nella fase iniziale della gara. Quella provinciale si è poi svolta all’Università "Liuc" di Castellanza e siamo riusciti a classificarci terzi. Successivamente abbiamo partecipato alla fase regionale, che si è tenuta al dipartimento di Ingegneria dell’Università di Brescia lo scorso 22 aprile: dopo aver condotto la gara per due round, la nostra squadra alla fine si è ritrovata quarta in posizione, forse a causa di una strategia non proprio efficace. La parte forte di questo gioco consisteva nell’avere maggior fatturato rispetto alle altre "aziende" (ovvero le altre squadre concorrenti), cercando di vendere un maggior numero di unità (o prodotti) a basso costo. Questa nuova esperienza ci ha comunque fatto capire che il mercato di oggi è fatto soprattutto di concorrenza.
La 4M1
Con un pizzico di sana invidia, noi tutti – che dobbiamo ancora lavorare tanto per giungere a questo traguardo – salutiamo con affetto i proff. Rosa Erminia Reale, Arturo Romano e Luigi Murciano, che con quest’anno concludono la loro lunga carriera lavorativa. A tutti loro il nostro ringraziamento per il lavoro svolto tra generazioni di giovani per la trasmissione di valori educativi e culturali, per le mansioni di responsabilità e di collaborazione ricoperte e per l’esempio di dedizione al lavoro che hanno sempre saputo rappresentare per tutti noi. Un augurio di cuore per il loro futuro libero da impegni scolastici.
Al teatro "Giuditta Pasta" di Saronno sabato 11 marzo erano presenti molte persone e molte classi di scuole diverse per assistere alla presentazione del libro del prof. Antonino Zichichi "Tra fede e scienza". La mattinata ha avuto inizio con la lettura del curriculum del famoso scienziato, professore emerito di Fisica Superiore all’Università di Bologna, fondatore e direttore del Centro di Cultura Scientifica "Ettore Majorana" di Erice, in provincia di Trapani. E’ stato inoltre presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, della Società Europea di Fisica e del Comitato Nato per le tecnologie di disarmo. Attualmente è presidente della Federazione Mondiale degli Scienziati e del Centro "Enrico Fermi" di Roma. Ha ricevuto lauree honoris causa, onorificienze e riconoscimenti in Argentina, Cina, Georgia, Germania, Italia, Malta, Polonia, Romania, Ucraina e Usa. E’ membro dell’Accademia Europea e della Pontificia Accademia delle Scienze. Per la sua scoperta dell’antimateria nucleare, la Società Italiana di Fisica gli ha conferito nel 2001 il Premio "Enrico Fermi", istituito per celebrare il centenario della nascita del grande fisico italiano. E’ autore di nove libri. Il prof. Zichichi ha iniziato il suo intervento ringraziando particolarmente papa Giovanni Paolo II per la sua azione di difesa e promozione della vera grande scienza e delle sue autentiche sorgenti di nuovo sapere, quali sono i grandi laboratori. Il pontefice è stato davvero il più grande amico che la scienza abbia mai avuto. Ne sono prova le testimonianze di illustri scienziati che hanno contribuito con il loro lavoro al progresso delle nostre conoscenze nei campi più svariati del sapere umano, tra cui diversi premi Nobel, direttori di prestigiosi laboratori, rettori di università e presidenti di accademie scientifiche. Il prof. Zichichi ha risposto in modo complesso a diverse domande sottolineando la necessità di considerare la scienza come sorgente di valori in perfetta sintonia con quelli ai quali crediamo per atto di fede. La logica del creato è fatta di certezze scientifiche, non di paure né di misteri e quindi senza oroscopi e magie. Alla fine della conferenza il pubblico ha potuto rivolgergli delle domande, tra cui alcune riguardanti le centrali nucleari. Il prof. Zichichi si è detto favorevole a sostenere l’utilizzo dell’energia nucleare nel nostro Paese.
Stefano Bassani, Daniele Bernasconi,
Marco Magna, Gregorio Oddonini e Daniele Pasqualini
Il 13 marzo due pullman di studenti del nostro istituto sono partiti di buon ora da Saronno per affrontare il lungo viaggio verso Barcellona. Sul primo eravamo noi di 3E2 insieme alla 3M1 con i nostri accompagnatori proff. Crispino, Alberti e Giangrande, mentre sul secondo viaggiavano la 2A, la 2D e la 2E accompagnati dai proff. Morrone, Santuccio e Riva. Dopo brevi soste e dodici ore di viaggio siamo arrivati a Lloret de Mar nell’albergo chiamato "Guitar Central Park" dove erano state prenotate le nostre camere. Sistemati i bagagli, ci siamo recati al ristorante dell’hotel e, dopo un pasto veloce, siamo andati in discoteca. Il secondo giorno, sotto le indicazioni di un’esperta guida, abbiamo visitato il parco di Güell. Subito dopo la nostra guida ci ha condotti alla Sagrada Familia, opera non ancora terminata del grande architetto Antoni Gaudì che morì pochi anni dopo l’inizio dei lavori. Finita la visita alla chiesa i professori ci hanno lasciato il pomeriggio libero affinché potessimo passeggiare sulla rambla, la storica strada di Barcellona e mangiare dove volevamo. Dopo un sostanzioso pasto e una lunga camminata siamo arrivati in piazza Colombo, dov’era stabilito il punto di ritrovo con l’autobus. Tornati in albergo e dopo una cena veloce ci siamo recati nuovamente in discoteca (come tutte le sere della gita, esclusa quella di venerdì). Mercoledì la guida ci ha mostrato il porto olimpico di Barcellona e dopo ci ha condotti verso la parte vecchia della città, che abbiamo visitato fino a mezzogiorno. Nuovamente i professori ci hanno lasciato il pomeriggio libero e, più tardi, abbiamo visitato lo stadio di Barcellona. Il giorno seguente ci siamo recati a Montserrat e abbiamo visitato la chiesa in cui è custodita la Madonna Nera. Venerdì abbiamo avuto l’intera giornata libera così alcuni di noi hanno potuto andare in spiaggia e comprare gli ultimi souvenir. Di sera abbiamo assistito al suggestivo spettacolo delle fontane illuminate: getti d’acqua che danzavano sulle note di brani di musica classica. Più tardi ci siamo recati all’Hard Rock Cafè di Barcellona per cenare e dare un ultimo sguardo alla città. Al nostro ritorno abbiamo preparato i bagagli e siamo rimasti svegli a parlare e giocare a carte. L’ultima mattina abbiamo caricato sul pullman i bagagli e, dopo aver fatto un’abbondante colazione, siamo ripartiti alla volta di casa.
Dall’11 al 16 marzo gli studenti delle classi 5E1 e della 5E2, accompagnati dai proff. Gatta, Di Tella, Scipioni e Gigliuto, sono andati in gita a Budapest, capitale dell’Ungheria. Si parte, a differenza degli altri anni, di sabato mattina dalla cosiddetta Piazza Rossa di Saronno: il pullman a due piani che ci accompagnerà è guidato da due persone che ben presto diventeranno parte integrante del gruppo, soprattutto uno dei due, che verrà soprannominato da tutti "Briatore". Una volta arrivati all’Hotel Platanus, in un attimo tutta la frenesia del viaggio si spegne: entriamo con il pullman dal retro dell’albergo, che tutto sembrava fuori che quello. I professori ci consegnano le chiavi delle stanze, e dopo una bella risistemata, tutti di corsa a mangiare al ristorante dell’ hotel… altra delusione! Il cibo purtroppo non era proprio quello italiano… anzi! E solo pochi coraggiosi riescono a mangiare tutto. Il pensiero vola subito alla passeggiata serale: tutti a cambiarsi e via per le vie di Budapest. La prima sera si passa nella periferia. La domenica finalmente veniamo accompagnati dal pullman in centro assieme alle guide, e la gita inizia a farsi interessante: molto bella la piazza principale e il castello visitati nella mattinata. La giornata continua con la visita della città di Pest e del suo vento gelido che congela tutti, nonostante i vari cappelli, sciarpe e guanti. La sera, dopo aver occupato la hall per vedere Milan–Juventus, ci organizziamo e prendiamo la metro per arrivare in centro, ma un avvenimento butta giù il morale della maggior parte della gente: il pagamento della multa per non avere pagato il biglietto (i soliti italiani!!!!). Il giorno dopo si va prima a Buda e poi a Obuda, ovvero la parte vecchia della città, dove vediamo il Parlamento, alcuni monumenti molto importanti e il primo monastero costruito nella città. Siamo di già a lunedì e all’ultima sera possibile per visitare le vie di Budapest, che tutto sommato, vista nel centro non è poi così male. Martedì mattina poi si parte per Gyor, città abbastanza grande e molto accogliente. La qualità più gradita è comunque il cibo, che non aveva niente a che fare con quello mangiato fin a quel momento (tranne un pranzo a base di gulasch in un ristorante tipico di Buda). Il martedì e il mercoledì sono dedicati alla visita di questa cittadina non molto grande ma che offre tanti servizi come ad esempio le terme (stupende a dir poco!) Ed eccoci arrivati alla fine di questa gita che, anche se non affascinante come descritta prima della partenza, ha lasciato sicuramente un segno in molti di noi (tra cui anche la maglietta dell’Hard Rock Café, che a Budapest non esiste!!!!!)
Simone De Bartolomeo
Lunedì 3 aprile alle 8:30 le classi 5E1 e 5E2, accompagnate dai prof. Gatta e Carlini, sono partite per Vittuone (MI), dove è ubicato lo stabilimento delll’ABB, reparto Motor & Drives, cioè la parte della multinazionale che si dedica alla produzione dei motori. Prima della visita guidata abbiamo assistito, in aula conferenze, ad una presentazione delle diverse attività dell’azienda, le varie tipogie di motori prodotti, da quelli normali a quelli a prova d’esplosione da usare in ambienti pericolosi. Ci è stato inoltre illustrato l’andamento economico dell’azienda, nettamente in positivo, visto che è raddoppiato nell’arco di cinque anni. Al termine dell’introduzione, ci è stato fornito il materiale di protezione, occhiali ed elmetto, per consentirci la visita dello stabilimento in piena sicurezza. Stando rigorosamente negli opportuni spazi non pericolosi, ci è stato mostrato passo passo come avviene la realizzazione di un motore. Infine ci è stata mostrata la sala prove, dove avviene il collaudo dei motori e la verifica del rispetto delle normative di sicurezza. Abbiamo notato come l’automazione abbia sempre più sostituito l’uomo e come i tempi di esecuzione dei vari processi industriali si siano notevolmente ridotti. Ora la presenza umana è necessaria solo per supervisionare il funzionamento delle macchine e per quei pochi procedimenti che sono troppo complessi per essere interamente automatizzati. Nel futuro le macchine riusciranno a svolgere anche questi compiti per cui si va verso un’automatizzazione totale del lavoro industriale.
Luca Campi
Letterio Mangano
5C Azzani, Capo, Spinelli, Daolio, Santoro, Grimoldi
5E1 Prosperi, Capo, Colombo, A. Citterio, Gatta, Lucatello
5E2 Pellegrini, Albizzati, Fariselli, M. Citterio, Gigliuto, Carlini
5M1 Scipionato, Albizzati, Verdi, Scipioni, Moroni, F. Di Tella
5M2 Azzani, Reale, Spinelli, M. Citterio, Raineri, Giangrande
5T Giudici, Reale, Zagarella, A. Citterio, Taraschi, Consonni
5Mser Bardelli, Pessina, Romeo, Quadranti, Falco, Calà
5Eser Bardelli, Pessina, Romeo, Cazzani, Peluso, Gigante
Mercoledì 29 marzo si sono svolte le cosiddette "Dodici fatiche di Ercole", nell’ambito delle quali le classi prime A, B, C, D, E e G si dovevano cimentare in diverse prove per poter vincere l’ambito premio. L’iniziativa, che consiste in giochi ideati dagli studenti, è stata organizzata dall’equipe di Ra.diCi. , un gruppo di psicologi ed educatori che aiutano gli studenti del primo anno ad ambientarsi negli istituti superori di Saronno. Il lavoro di preparazione è stato realizzato in otto ore, di cui due coordinate dal gruppo e sei gestite direttamente dagli studenti nelle varie classi. La manifestazione svoltasi tra la palestra e l’aula magna è iniziata alle 9 ed è terminata alle 13.20, seguita da un breve rinfresco. Nelle prime due ore gli studenti si sono preparati alle prove e, nelle due ore successive, le hanno eseguite davanti ad una giuria composta da due ragazzi dell’istituto. Essi tenevano in mano una paletta come quella di un vigile urbano con su una faccia un SI e sull’altra un NO e votavano a seconda della validità e del gradimento della gara. Le prove consistevano nel sapere a memoria un brano o una poesia, fare verticali e piramidi umane, costruire oggetti utilizzandone altri (per esempio una macchina fatta di gomme da cancellare). Alla fine a trionfare è stata la classe 1C, che ha vinto come premio dei palloni.
Emilio Conegliano, 1G
Per la pagina riservata agli sport alternativi al calcio, questa volta ne abbiamo trovato uno davvero singolare, il tiro con l’arco. A tal proposito abbiamo fatto qualche domanda a Riccardo Galeazzi di 5M1.
Da quanto tempo frequenti il mondo del tiro con l'arco e come
è nata in te la passione per questo sport?
Fin da quando avevo tre anni ero solito frequentare il campo di tiro per assistere alle gare. Mio padre era già un arciere e mi ha saputo trasmettere questa passione. Così mi sono appassionato sempre di più a questo sport e, da circa tre anni, anch'io sono entrato a far parte degli arcieri di Cascina del Sole a tutti gli effetti.
Come e quando svolgi gli allenamenti?
Mi alleno due o tre volte alla settimana. Gli allenamenti si svolgono - durante il periodo invernale - in palestra, mentre in estate è a disposizione della società un campo di tiro aperto 24 ore su 24, dove è possibile cimentarsi anche nelle distanze di 80 e 90 metri. Nella palestra vengono anche effettuati corsi di apprendimento sulle distanze di 10 e 15 metri. Ovviamente la pratica di questo sport richiede alcuni sacrifici come l'allenamento regolare e la voglia di recarsi al campo di tiro dopo cena. Più si effettuano tiri e allenamenti, più si diventa bravi.
Ci descrivi l'attrezzatura che utilizzi?
La Polisportiva Solese fornisce ai propri iscritti una divisa che deve essere indossata durante le gare. Inoltre ogni arciere deve attrezzarsi con strumenti più o meno essenziali alla pratica di questo sport. Anzitutto è necessario essere in possesso di un arco e delle frecce. I modelli sono essenzialmente tre: olimpico, compound e nudo. Io ho sempre utilizzato l'arco olimpico, che è una via di mezzo rispetto ai tre anche se comporta una difficoltà maggiore nel tiro poiché la forza necessaria per scoccare la freccia è proporzionale alla gittata. Le frecce vengono realizzate in alluminio, alluminio-carbonio, legno oppure interamente in carbonio. Personalmente utilizzo quelle in alluminio-carbonio nei tiri all'aperto, in quanto sono caratterizzate dalla capacità di mantenere una maggiore stabilità in volo. Infine è possibile utilizzare degli accessori, come una faretra (ovvero una borsa portafrecce che si indossa come una cintura), un parabraccio e parapetto, una dragona (ossia la cordicella che impedisce la caduta fortuita dell'arco), una patelletta (che consiste in un paradita) e un binocolo per osservare le posizione della freccia nel bersaglio.
Hai partecipato a gare? Hai ottenuto risultati rilevanti?
Ho preso parte a gare indoor del circuito nazionale e regionale sulla distanza di 18 metri ottenendo il primo posto assoluto e il secondo posto a squadre. In totale ho partecipato a circa una decina di gare ottenendo risultati discreti.
Gli allenamenti e le gare, ovviamente quelle giocate in casa, si svolgono presso la società Polisportiva Solese di Cascina del Sole (a Bollate), ma potete trovare numerose e interessanti informazioni sul sito www.fitarco.it.
Come si svolgono le gare?
Le competizioni sono suddivise in 30, 40 o 60 volèe, in base alla distanza sulla quale si svolge e si ha a disposizione un determinato tempo entro il quale ogni tiratore deve scoccare sei frecce e completare così la volèe. Il punteggio viene dato dalla precisione con la quale il giocatore indirizza la freccia sul paglione (il bersaglio). Come tutti avrete avuto modo di notare, il bersaglio è suddiviso in dieci cerchi concentrici di colore diverso e ognuno di loro dà un punteggio diverso: si parte da 1 punto del cerchio esterno fino ai 10 che vengono assegnati nel caso di un centro perfetto! Le competizioni sono miste, ovvero nella stessa gara possono partecipare sia donne che uomini simultaneamente. Come tutti gli sport, anche il tiro con l'arco ha delle categorie determinate dall'età dell'atleta.
Paolo Brambilla
Domenica 23 aprile si è tenuta ad Alessandria (in Piemonte) la gara di qualificazione per le Nazionali di PWKA (Professional Wushu Kung-Fu Association) che si terranno a Finale Ligure. A questo evento sportivo hanno partecipato anche gli atleti della nostra scuola (Alessandro Caravello, Alessandro Domenighini, Cristian Lavazza, Francesco Pagani e Sara Fusetti, preparati dal maestro nera quarta Aki Feng Sabino Gemma). La gara era suddivisa in due specialità: combattimento e forma. L’organizzazione non era proprio perfetta secondo i nostri schemi abituali, ma comunque non ci è andata male. Abbiamo ottenuto numerosi piazzamenti (con relative medaglie): tre bronzi, due argenti e un oro. Da segnalare però un infortunio causato da una scorrettezza di un avversario, che aveva limato i bordi metallici del suo caschetto rendendolo così tagliente. L’episodio è costato a questo atleta la squalifica dalla gara e l’esonero dalla Nazionale. Dei nostri, quattro si sono qualificati per le Nazionali: a loro i nostri complimenti e un grande in bocca al lupo!
Isaac Asimov, Fondazione-Cronache della galassia, Milano, Mondadori, 1965.
Influenzato da Edward Gibbon in Storia della decadenza e caduta dell’Impero Romano, Isaac Asimov scrive dei racconti poi pubblicati sulla rivista "Austonding" che narrano la caduta di un immenso impero galattico sotto il peso della crescente burocrazia e di un potere troppo centrato nelle mani di pochi. Hari Seldon, figura enigmatica che dirige la storia come un burattinaio in un teatro di marionette, cerca di abbreviare l’interregno e l’anarchia tra un impero galattico e l’altro sviluppando una scienza: la psicostoria, frutto della matematica applicata alla sociologia: predire cioè matematicamente il corso della macrostoria applicando formule ed equazioni. Seldon decide di preservare il futuro facendo raccogliere tutto il sapere scientifico in un’immensa enciclopedia galattica. La storia è divisa in quattro capitoli che parlano dei primi cento anni dalla creazione della Fondazione Enciclopedica. In conclusione un libro che parla della società contemporanea e dei modi di uscire dalla stagnazione culturale in cui ci troviamo.
Riccardo Rizzi
Il film
Munich, regia di Steven Spielberg, 2006
Monaco, villaggio olimpico, 1972. Un gruppo di terroristi palestinesi, membri di un’organizzazione denominata "Settembre Nero" entra nel residence e rapisce undici atleti della squadra olimpica israeliana uccidendoli poi a poche ore di distanza nell'aereoporto della città. Da questa storia realmente accaduta Spielberg trae un’avvincente spystory alla Tom Clancy in cui protagonista è un agente del Mossad (il servizio segreto israeliano) impegnato nell'uccisione di persone responsabili dell'attentato di Monaco. Il film, molto crudo, ricalca l'atmosfera creata in Schindler’s List. Buon film ma, sinceramente, da Spielberg ci si aspetterebbe una narrazione del film diversa e molto meno lunga.
Riccardo Rizzi
Quanto manca all’alba?
Non sia una figura scialba!
La maturità si profila all’orizzonte,
un interrogativo pressante:
"Me la caverò, ce la farò,
sarà l’anno buono, sì o no?"
E via con tutti gli scongiuri
Al pensiero degli impegni futuri.
Prima prova: articolo, saggio
Analisi del testo, coraggio!
Seconda prova d’indirizzo:
lo studente dovrebbe essere avvezzo
a ciò che ha scelto per inclinazione,
materia principe della sua formazione.
Fritto misto la terza prova;
bravo chi se la cava
a segnar crocette
mentre girano le lancette.
Appena il tempo di fare i conti,
meglio se già con un po’ di punti,
almeno trenta per star tranquilli,
si spera che la misera scienza brilli
nell’ultimo tormentone:
il colloquio con la commissione.
Comunque, cari ragazzi,
ai quattro così avvezzi,
ora fatevi in quattro per l’impegno,
perché lasci un buon segno.
In bocca al lupo o alla balena,
lavorate di buona lena
per ciò che meritate;
poi buone vacanze sospirate!
Antonella
… è accaduto…
…accadrà…