GIORNALE SCOLASTICO DELL'ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE "GIULIO RIVA" ANNO IV , n.3

Editoriale

 Eccoci arrivati al terzo numero del nostro giornalino. Che si apre con una lunga intervista alla prof. Angela Ildos, che ci ha illustrato nel dettaglio la sua attività al Museo Civico di Storia Naturale di Milano: una bella esperienza che la prof ha voluto condividere con noi. Per la sezione riservata invece agli sport alternativi al calcio, in questo numero abbiamo deciso di parlare di pattinaggio a velocità e di nuoto, scoprendo che tra di noi ci sono dei piccoli campioni in erba. Particolarmente interessante poi la pagina dedicata al corso di chitarra: ha parlato della sua esperienza Antonio Gavassino, maestro con una lunga esperienza alle spalle. Di seguito poi non manca qualche domanda ai ragazzi che seguono il corso. Abbiamo approfondito poi due esperienze di laboratorio che ci sono parse decisamente interessanti. E poi le nostre rubriche ormai fisse: le recensioni del libro e del film e il tradizionale (e molto atteso) cruciverba. E allora non mi resta che augurarvi una buona lettura!

Luca lazzari

L’aforisma

Continua ciò che hai cominciato e forse arriverai alla cima, o almeno arriverai in alto ad un punto che tu solo comprenderai non essere la cima.

Seneca

La redazione

del giornalino augura a tutti, studenti, docenti e personale

della scuola

BUONA PASQUA!!!


Sommario

Intervista prof. Ildos, pag. 2; il corso di chitarra, pag. 3; conferenza sul lavoro e progetto Ra.diCi, pag. 4; "La rosa bianca", pag. 5; la birra, pag. 6; nicotina e teina, pag. 7; pattinaggio a velocità, pag. 8; nuoto, pag. 9; recensioni, pag. 10; cruciverba, pag. 11; poema e news, pag. 12.


A proposito… di natura!!!

Abbiamo intervistato la prof Angela Ildos, docente di scienze naturali e biologia al biennio del nostro istituto, chiedendole di parlarci dei suoi molteplici interessi.

Di che cosa si occupa al di fuori della scuola?

Con altri cinque amici (naturalisti come me, biologi e geologi) ho fondato l’Associazione Didattica Museale: è un ente senza scopo di lucro che dal 1994 è responsabile della sezione didattica del Museo Civico di Storia Naturale di Milano. Questo è il museo naturalistico più grande e prestigioso d’Italia, con circa 300 mila visitatori all’anno.

In cosa consiste il vostro lavoro?

Ci occupiamo delle iniziative rivolte alle scuole e al pubblico in generale. Proponiamo circa trenta itinerari didattici che spaziano in tutti i campi delle scienze naturali, toccando anche la storia e la letteratura. Proponiamo anche attività che uniscono la visita del museo al gioco. Inoltre abbiamo progettato il Paleolab e il Biolab, due strutture dove il visitatore può sperimentare il piacere della scoperta scientifica. Al Biolab abbiamo realizzato degli exhibits elettromeccanici che simulano i fenomeni naturali più diversi.

Qual è il suo ruolo nell’associazione?

Da quando sono insegnante a tempo pieno ho dovuto scegliere soprattutto incarichi che possano essere svolti anche da casa, in periodi al di fuori dell’anno scolastico. Mi occupo soprattutto della selezione e della formazione dei nuovi collaboratori e sono responsabile del settore editoriale.

Ha mai scritto qualche libro?

Sì, ed è un’attività che dà molta soddisfazione. Abbiamo una collaborazione da molti anni con le Edizioni Larus. Con loro ho scritto un volume della collana "Geonatura" dedicato agli animali dell’Asia, e tre volumi sulla preistoria: "T-Rex&co.", "Mammuth&co." e "Sapiens&co." (quest’ultimo sarà presto pubblicato). Questi libri sono rivolti soprattutto ai ragazzi, mentre per gli appassionati - per le Edizioni Whitestar - ho scritto "I grandi parchi nazionali del mondo" e un piccolo libro fotografico: "Cuccioli". Ho collaborato anche a testi scolastici sia per la scuola media che per quella superiore.

A chi bisogna rivolgersi per partecipare alle attività del Museo?

Si può contattare l’ADM (Associazione Didattica Museale) allo 02/88.46.33.37 oppure visitare il sito www.assodidatticamuseale.it per avere ogni informazione. Per le visite scolastiche il numero è 02/88.46.32.89-93. Sara Fusetti

 


Lezioni di chitarra

 

Dal mese di novembre, alcuni ragazzi della scuola si incontrano per suonare la chitarra. Abbiamo intervistato il maestro Antonio Gavassino, di 50 anni, che ci ha parlato di sé e del gruppo.

Ho cominciato a suonare negli anni Sessanta. I Beatles sono stati la mia fonte di ispirazione. Poi, pian piano, sono passato ad altri generi (rock, jazz, ecc.). A scuola ho tentato di frequentare ragioneria con scarsi risultati, perché ero molto impegnato proprio con la chitarra. Ho iniziato a suonare jazz nei locali di Milano e, dopo l’approfondimento di queste tecniche musicali, mi sono dedicato anche all’insegnamento ai giovani (e non solo), attività che tutt’oggi alterno ai concerti. Mi trovo veramente bene in questa esperienza all’itis "Riva": i ragazzi sono simpatici e soprattutto portati allo strumento e senz’altro riusciranno bene nell’apprendimento.

 

Abbiamo rivolto qualche domanda anche ai ragazzi…

 

Come mai questa scelta?

Ci siamo iscritti al corso perché ci piace suonare la chitarra e vogliamo migliorare le nostre capacità.

Come vi trovate?

Ci troviamo molto bene con il gruppo e con il maestro… siamo una bella squadra!

Cosa fate in particolare?

Il maestro ci ha insegnato gli accordi base e le canzoni che possono essere eseguite. Dopo le prime lezioni abbiamo provato canzoni più difficili con modesti risultati (Knocking on heaven’s door, Wish you were here…). Abbiamo imparato anche alcuni arpeggi (Harry Potter, Wake me up when September ends, Innuendo…).

In quanti siete?

Siamo in sette anche se le chitarre sono solo quattro, perché non tutti riescono a portarla a scuola alla mattina. Due delle chitarre sono elettriche e le altre due sono acustiche, quella del maestro è elettrica.

Quando si svolgono le lezioni?

Sono il mercoledì dalle 14 alle 15, ma spesso ci tratteniamo anche fino alle 15.30 per provare.

Sara Fusetti

 

 


Il lavoro vien cercando

A partire da febbraio, le classi quinte hanno partecipato ad alcuni incontri durante i quali, guidati della dott. Alessandra Avanzi, psicologa, hanno ricevuto informazioni sul mondo del lavoro. In questi incontri si è discusso delle diverse prospettive di lavoro e dei diversi metodi di assunzione che le aziende di oggi tendono ad attuare. Dal tirocinio al lavoro part-time, dalle agenzie interinali al full-time: parole che sicuramente ognuno di noi ha sentito nominare, ma forse alcuni non sanno bene il loro significato e vorrebbero quindi capire come orientarsi tra le diverse offerte di lavoro per poter sfruttare al meglio le loro capacità e per cercare anche di guadagnarsi "il primo stipendio". Gli incontri si sono aperti con una discussione sulle differenze che noi studenti vediamo tra la scuola e il lavoro. Ci è stato distribuito una scheda contenente termini da associare alla scuola o al mondo del lavoro: il pensiero comune è stato che il mondo del lavoro consente ad ogni individuo di migliorare le proprie conoscenze ma denota anche la necessità di avere delle basi formative acquisite a scuola. La psicologa ha anche evidenziato le figure professionali richieste nella nostra zona e ha sottolineato come le aziende tendono a cercare personale che - precedentemente - ha già avuto esperienze nel settore. Quindi sottolineato il valore di stages o precedenti "assunzioni". Infine è stato mostrato ai maturandi come compilare il curriculum vitae nelle sue varie parti, sfruttando al meglio le voci in esso contenute e spiegando come evitare di commettere banali errori che potrebbero ridurre la nostra figura professionale.

Paolo Brambilla


Interroghiamo i prof!

Tutti ormai sapranno che il compito principale dell’equipe di Ra.diCi., costituita da psicologi ed educatori, è quello di favorire il dialogo e le relazioni tra tutti coloro che vivono nell’ambiente scolastico, particolarmente tra docenti ed alunni, sia in rapporto tra loro nell’ambito del proprio gruppo che nell’interazione strettamente legata alla funzione docente. In poche parole l’equipe di Ra.diCi. favorisce ogni tipo di attività che porti all’obiettivo di star bene con se stessi e con gli altri. Al terzo anno della sua presenza nelle scuole superiori di Saronno, il gruppo ha organizzato una serie di colloqui-intervista su un campione di venti docenti, attivando una raccolta di informazioni sulle difficoltà che i docenti incontrano, sulle loro aspettative e sulle soluzioni gia adottate nei confronti dei diversi problemi. Il sondaggio si è già svolto al liceo classico "Legnani". All’itis il lavoro è stato curato dalla dott.ssa Ilaria De Lorenzo, che è stata presente nella biblioteca dell’istituto per circa due settimane a partire dal 30 gennaio. I prof sono stati invitati a riflettere in base alle proprie esperienze su reale ed ideale, tra come sono e come vorrebbero le relazioni con gli alunni, i colleghi e la dirigenza. Il campione degli intervistati è stato vario, con docenti delle varie aree di competenza che operano sia nel biennio che nel triennio. Un’ottima occasione per riflettere sul proprio lavoro e per esprimere aspettative e proposte da cui senz’altro scaturiranno spunti di confronto e di discussione.

Antonella Palomba

 


Un film sul nazismo

Martedì 21 marzo le classi quinte e le quarte C, E1, E2 dell’istituto si sono recate al cinema Prealpi di Saronno per assistere alla proiezione del film drammatico "La rosa bianca" di Marc Rothemund, distribuito dall’Istituto Luce. Una storia d’amicizia e di grande forza interiore. Monaco, 1943. Mentre la guerra di Hitler devasta l’Europa, un gruppo di coraggiosi giovani universitari decide di ribellarsi al nazismo e alla sua disumana macchina da guerra. Nasce così la "Rosa Bianca", un movimento di resistenza al Terzo Reich. Sophie Scholl è l’unica donna che si unisce al gruppo: una ragazza come tante, che il tempo matura trasformandola in una donna combattiva audace ed impegnata. Il 18 febbraio 1943 Sophie ed il fratello Hans vengono scoperti ed arrestati mentre distribuiscono volantini di propaganda anti-nazista all’università. Nei giorni a seguire, l’interrogatorio di Sophie da parte di Mohr, ufficiale della Gestapo, si trasforma in uno strenuo duello psicologico. La ragazza mente e nega, ricorre a strategie e provocazioni, sembra cedere e si riprende con rinnovata forza, arrivando quasi a disarmare il suo avversario. Le prove schiaccianti e la confessione condannano inesorabilmente la ragazza alla pena capitale. Nonostante tutto, Sophie si dibatte con tutte le sue forze nell’ultimo disperato tentativo di proteggere il fratello e i compagni della Rosa Bianca. Colpito dal suo straordinario coraggio, Mohr le offre una via d’uscita, ma ad un prezzo troppo alto: tradire i suoi ideali. Sophie rifiuta l’offerta...

Il film, anche se con qualche concessione artistica, racconta fedelmente gli ultimi cinque giorni di Sophie Scholl, ricostruendo la sua vicenda processuale e mostrando il coraggio di una giovane donna di fronte alla barbarie del totalitarismo nazista. Si tratta di un film in cui le parole prevalgono rispetto alle immagini, dove la parte più intensa è data sicuramente dal rapporto tra Sophie Scholl (Julia Jentsch) e il suo inquisitore Robert Mohr (un eccezionale Gerald Alexander Held). Mohr prova per la giovane sentimenti contrastanti che vanno dalla rabbia all'incredulità, fino alla compassione e all'ammirazione, anche se i suoi slanci più positivi sono oscurati dalla fedeltà al sistema e dall'indottrinamento della propaganda nazista. Sophie, d'altra parte, non è sostenuta solo dalla tenacia di chi crede in ciò in cui combatte, ma anche dalla forza della sua fede in Dio, da cui non si sente mai abbandonata. Questo film è caratterizzato da un ritmo blando e dalla scarsità di paesaggi diversi. Infatti, gran parte della pellicola è ambientata nella cella dove è detenuta la ragazza e nella stanza dell’interrogatorio. La Rosa Bianca, in concorso al recente Festival di Berlino , ha vinto l’Orso d’argento come miglior film e Julia Jentsch (Sophie Scholl) si è aggiudicata lo stesso premio come miglior attrice protagonista ma, oltre a questi prestigiosissimi premi, l’opera cinematografica ha riscosso un gran successo di pubblico nel suo paese di origine. Vi lascio ora con una frase che mi ha colpito particolarmente: <Mio fratello dice sempre: "Uno spirito forte, un cuore tenero">.

Paolo Brambilla


Lezioni… a tutta birra

 

Come area di progetto la 5C ha scelto di occuparsi della birra. Ecco l’intervista agli alunni della classe.

Quanti eravate a svolgere l’area di progetto e chi ha scelto l’argomento?

Tutta la classe ha partecipato al progetto fin dall’inizio. Infatti noi abbiamo scelto l’argomento mesi fa e l’abbiamo proposto ai professori Flavia Grimoldi e Martino Ferrentino che hanno appoggiato la nostra decisione.

In che cosa consiste l’esperienza di laboratorio?

Abbiamo prodotto circa venti litri di birra partendo dalle materie prime, cioè malto, luppolo e lievito. Il primo giorno, mercoledì 15 febbraio, è stato macinato il cereale ed attivato il lievito. Il giorno dopo si è aggiunta l’acqua e si è scaldato il tutto a cica 60-70 °C; abbiamo filtrato, lavato con acqua calda e bollito per un’ora e mezza aggiungendo il luppolo ad intervalli prestabiliti. Venerdì, con l’aggiunta del lievito, è iniziata la fermentazione, terminata lunedì. In quest’ultimo giorno di area di progetto si è aggiunto del saccarosio e si è imbottigliato.

Quanta birra siete riusciti a produrre?

Circa venti litri divisi in bottiglie.

Avete avuto problemi durante la fabbricazione?

Abbiamo incontrato qualche problema durante la filtrazione e l’imbottigliamento, perché l’entusiasmo e la voglia di fare di tutti ostacolavano un po’ le operazioni manuali.

L’area di progetto si limitava solo a questo?

No. Prima di tutto abbiamo visitato un birrificio artigianale (quello di Como), che ci ha permesso di osservare le varie fasi di produzione per poterle applicare nel nostro laboratorio. Inoltre abbiamo approfondito l’argomento sviluppando un elaborato comprendente varie notizie sulla birra: dalla storia alle produzioni industriali, dalle procedure analitiche al metabolismo dell’alcool etilico e ai suoi effetti sull’organismo. Oltre a ciò abbiamo effettuato analisi su campioni di birra in commercio e siamo in attesa di poterle eseguire sulla nostra.

Tutto sommato vi è piaciuta la birra?

Sì, il gusto era gradevole, simile a quello della birra assaggiata al birrificio che ci ha fornito le materie prime. Ne abbiamo assaggiato solo un po’, sapendo già che l’avremmo trovata poco gassata.

Riccardo Rizzi

 


Progetti… eccitanti

 

La classe 3C ha studiato come area di progetto numerose reazioni in laboratorio coordinate dai professori Luca Battistoni e Martino Ferrentino: la sintesi dell’aspirina partendo da acido salicilico, l’estrazione della teina da una tazza di tè, l’estrazione della caffeina dalla polvere di caffè, l’estrazione della nicotina dal tabacco e l’estrazione dell’eugenolo da alcuni chiodi di garofano.

Per la prima si tratta di una reazione nella quale si combinano acido salicilico, acido solforico concentrato e anidride acetica. Si riscalda il tutto per qiundici minuti, dopo di che si aggiungono 70-80 ml di acqua distillata. Poi si pone il tutto in un bagno di ghiaccio per far avvenire la cristallizzazione e si filtra il precipitato (acido acetilsalicilico, cioè l’aspirina).

Nelle estrazioni della caffeina e della teina si preparano le bevande, si salifica con acido cloridrico (15 ml per la teina e 250 ml per la caffeina), si separano i principi attivi dalla soluzione tramite imbuto separatore utilizzando dicloro metano. Si elimina poi l’acqua presente con solfato di sodio anidro e si filtra. Si distilla la soluzione ottenuta e il residuo bianco che rimane nel palloncino di partenza è la teina grezza. Questo può essere verificato tramite analisi specifiche o verificando il punto di fusione.

Per l’estrazione della nicotina bisogna macerare 8,5 grammi di tabacco secco, porli in due becher, aggiungere in uno 100 ml di acido cloridrico al 5% e nell’altro 100 ml di soda caustica al 5%. Si agitano le soluzioni per quindici minuti, si filtra ripetutamente con bucner o con lana di vetro o gooch (filtri che sfruttano il vuoto per velocizzare la separazione). Si trasferisce in un imbuto separatore e si aggiunge etere etilico. Poi si estrae l’etere con la nicotina separata. Si utilizza il rotavapor (cioè un’apparecchiatura in grado di abbassare il punto di ebollizione del solvente senza scaldare) e si verifica l’estrazione con cromatografia o con la determinazione del punto di fusione.

Per l’estrazione dell’eugenolo bisogna distillare dell’acqua (150 ml) contenente 15 g di chiodi di garofano fino ad ottenere circa 100 ml di distillato. Si estrae quindi la soluzione con un imbuto separatore, servendosi di dicloro metano (operazione da eseguire per due volte). Si elimina poi l’acqua con solfato di sodio anidro e si filtra. Infine si elimina la maggior quantità di solvente tramite evaporazione e si pesa il contenuto oleoso: questo è l’olio essenziale, cioè l’eugenolo.

Sara Fusetti

 


 

Non solo calcio/3

 

Nella rassegna dei cosiddetti sport minori praticati da studenti della nostra scuola, abbiamo intervistato Daniele Baruzzo di 2A che giocava ad hockey su strada. Gli abbiamo rivolto alcune domande.

A che età hai iniziato a praticare questo sport?

Ho iniziato a dieci anni con il pattinaggio di velocità su rotelle per poi passare in una squadra di hockey all’età di undici anni.

In che squadra eri tesserato?

Ero un componente dell’Hockey Club Uboldo, anche se sono un cittadino saronnese.

In che categoria militavi?

Si è Juniores all’età di quindici-sedici anni per poi approdare negli Allievi.

Hai ottenuto risultati rilevanti?

Be’, ad essere sincero la mia squadra di hockey si classificava ai primi posti, mentre quando gareggiavo individualmente nelle gare di velocità ero solito ottenere risultati piuttosto mediocri.

Potresti descriverci in generale in cosa consiste questo sport?

Per quanto riguarda il pattinaggio di velocità correvo su distanze inferiori ai 1000 metri, in particolare i 500. Queste gare individuali hanno la caratteristica di concludersi in pochi istanti, nei quali si decide il risultato, mentre nell’hockey è presente un grande spirito di squadra: all’inizio di ogni partita ci raggruppavamo intorno alla porta e ci caricavamo a vicenda. Nella nostra squadra è stata presente anche una ragazza. Gli allenamenti si svolgevano due volte alla settimana e la domenica mattina disputavamo la partita.

Come mai hai deciso di smettere?

Ho scelto di entrare a far parte di una band punk rock cristiano composta da alcuni miei coetanei in cui io suono la chitarra elettrica acustica.

In futuro hai intenzione di ritornare a praticare sport o continuerai a suonare?

Per il momento credo di continuare a far parte di questo gruppo musicale.

  

Paolo Brambilla


Non solo calcio/4

Altro sport alternativo al calcio è il nuoto. A tal proposito abbiamo intervistato Michele D’Errico e Daniele Felicetti che frequentano la classe 1D e praticano da alcuni anni dei corsi di nuoto. Ecco cosa ha risposto Michele alle nostre domande.

Dove e da quanto tempo pratichi questo sport?

Pratico nuoto in corsi agonistici da cinque anni a Garbagnate, in provincia di Milano.

Quando ti è venuta questa passione?

Nuoto sin da quando avevo quattro anni. Poi, in prima media, ho iniziato a frequentare i corsi agonistici che richiedono un maggior impegno.

Di tutti gli stili di nuoto quali ti piacciono di più?

Riesco bene in tutti, ma preferisco particolarmente la "rana" e il "delfino".

Hai fatto delle gare? Ne hai mai vinta qualcuna?

Sì, ho fatto i campionati regionali, ma purtroppo non ho mai vinto una medaglia.

Che programmi hai per il futuro?

Ho intenzione di continuare almeno fino ai diciannove anni.

Quante volte a settimana ti alleni? Come vengono strutturati gli allenamenti?

Be’, in effetti è molto impegnativo. Basti pensare che vado in piscina per gli allenamenti sei giorni alla settimana. Si fanno cinque minuti di riscaldamento e, successivamente, due o tre ore in acqua, provando i vari stili.

Ecco invece quello che ci ha detto Daniele.

Pratico il nuoto da ormai dieci anni alla piscina di Senago (Mi) e il mio stile preferito è quello libero. Anch’io ho partecipato a gare con buoni risultati: ho infatti vinto una medaglia di bronzo e una d’argento quando avevo undici anni in un torneo tra piscine. Ho intenzione di continuare ancora almeno fino ai sedici anni, sempre se l’impegno non mi sottrae troppo tempo allo studio. Ho iniziato a nuotare a quattro anni e ho fatto corsi agonistici fino all’anno scorso. Ora seguo corsi pre-agonistici, visto che non riesco ad andare in piscina tutti i giorni dal lunedì al sabato per motivi di studio.

Raffaele Scandolaro

 


POEMA SCOLASTICO

"Prof, hai voluto la bici?

Ora pedala!"

Cari amici,

spezzata è un’ala

del sogno:

c’è sempre qualcuno,

a volte più di uno,

che ha bisogno

di far la pipì

mentre sei lì lì

per far lezione…

Una scusa, un’occasione

per interrompere la spiegazione

per desiderio d’evasione

con lattina e panino

di primo mattino.

Interrompi pure, studente,

se non t’importa niente

di chi cura la tua cultura,

ma una cosa è sicura:

rimarrai a mani vuote,

e con sgonfie le ruote.

Antonella


NEWSNEWSNEWSNEWS

… è accaduto…

…accadrà…

Dal 3 al 7 aprile si terranno i consigli di classe per la seconda pagellina.

 


In redazione: Luca Lazzari, Antonella Palomba, Paolo Brambilla, Sara Fusetti, Riccardo Rizzi, Raffaele Scandolaro. Un grazie ai prof. Angela Ildos, Martino Ferrentino, Flavia Grimoldi, Luca Battistoni, alla classe 5C e al maestro Antonio Gavassino, a Daniele Baruzzo, Michele D’Errico e Daniele Felicetti e a tutti coloro che ci hanno dato una mano.